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Nocera Terinese, la vie en rose

di Donata Marrazzo | 27 Maggio 2017

La Calabria è stata la prima regione italiana a eleggere sindaci donna. A Tropea, nel 1946, fu prima cittadina  Lydia Toraldo Serra,  a San Sosti fu eletta  a 24 anni, Caterina Tufarelli Palumbo Pisani  (nella foto)

Animalista da sempre. Da quando ancora bambina raccoglieva i cani per strada e invece di tenerli a catena, come si usava fare in paese, li portava a passeggio con il guinzaglio. Un atteggiamento sconveniente, specie poi da adolescente, già segno di un’emancipazione esagerata.

Lavoratrice precoce. Nel pomeriggio, dopo la scuola, era dietro il banco del bar di famiglia, e così fino al giorno in cui ha aperto il suo studio professionale,  alternando caffè e gassose a pagine di Kafka, Orazio e Diritto Privato. Poi la chitarra, le canzoni di De Andrè, i primi comizi, i convegni sull’ambiente e il disappunto della famiglia. «Facevo il figlio maschio, ero fuori dai canoni e creavo imbarazzo».

L’università a Catanzaro (facoltà di Giurispudenza, «anche se volevo  diventare veterinaria»), lo studio legale in centro, l'ambiente e i diritti civili, il matrimonio con l'astrofisico Fausto Perri. Parallelamente la politica, la prima candidatura in comune, poi alla Provincia di Catanzaro. La morte del padre. Tutto si ferma, si ritira dalla vita pubblica e trasforma in hotel de charme il convento delle Clarisse di Amantea.

Ma la politica, si sa, spesso è una vocazione: "passione e discernimento", scriveva il filosofo Max Weber. Dagli ideali socialisti al Pd, pssando per l'Ulivo e la Margherita: 20 anni di cambiamenti, di "vittorie, cadute e duelli" dentro la Sinistra.  Partetecipa alle Parlamentarie del 2012  «ma resto fuori, e allora scrivo al partito che non avrei più ambito a candidature». Qualche anno dopo, però, con il sostegno del marito,  torna fra la gente (qualcuno storce il naso):  nel 2016 spinta soprattutto dai giovani e dalle donne del paese si presenta alle amministrative. I cittadini la premiano: Fernanda Gigliotti un anno fa è stata eletta sindaco di Nocera Terinese con il 55% dei voti. Questa è la sua storia personale e politica.

Lunare, magnetica, riflessa. La Papessa è la seconda

carta degli arcani maggiori dei Tarocchi; è conosciuta anche come la Sacerdotessa, la Sacerdotessa di Iside, la sposa divina, Giunone, colei che rimane

sulla soglia del tempio.

Che non lascia nulla al caso.

Il futuro oltre il dissesto

«Mia madre è stata la mia principale avversaria. Ma oggi me la ritrovo accanto in ogni battaglia quotidiana. È il mio termometro: se la vedo serena so che quello che capta fuori, in paese, è positivo». Fernanda Gigliotti non ha vita facile, ma è comunque una donna piena di gioia e di determinazione. Ha  appena risolto una questione che la preoccupava molto: il ministero dell'Interno ha approvato due giorni fa il primo bilancio stabilmente riequilibrato dopo la dichiarazione di dissesto: 20 milioni di euro per un comune di meno di 5mila abitanti. «Questo ci consente di contrarre un nuovo mutuo per pagare l'enorme debito accumulato negli anni passati e di guardare con più fiducia verso il futuro». E' un sospiro di sollevio ma la situazione non si risolve del tutto: «Siamo già gravati da un mutuo di 800mila euro contratto per far fronte a impegni precedenti.  Per fare cassa dovremo vendere gli immobili e provvedere alle riscossioni per i servizi comunali». Che non è un fatto proprio scontato: «Spesso la mentalità diffusa è che del bene comune si possa approfittare».

La nuova Nocera Terinese

Ci vuole anche coraggio  - oltre alla goia e alla determinazione - ad andarsene in giro per le campagne, lungo gli alvei dei fiumi, a verificare che non ci siano discariche, abusi edilizi o cani randagi (sì, la Gigliotti combatte anche il randagismo, come quando era bambina). A elaborare un piano spiaggia che vieti le strutture fisse sulla sabbia e vedere andare in fiamme le strutture del lido di un suo amico:  non tutti apprezzano le regole della Gigliotti.  Facile immaginare minacce e rappresaglie. Continui i tentativi di delegittimazione, fino a ipotizzare l'infiltrazione mafiosa (richiesta un'interrogazione parlamentare per  la verifica di un dossier da parte di Sinistra Italiana). «Vogliono rallentare il processo di rinnovamento e di lotta all'illegalità in atto», spiega con profonda amarezza la sindaca.

I fratelli (Vittorio e Pasquale) la controllano a distanza accedendo alle telecamere piazzate nella sua proprietà. «Per alcuni cittadini  doveri e  regole vanno bene per gli altri mai per se stessi. Si sentono tutti un'eccezione, alla Ficarra&iPicone»,  si rammarica. Ma in un anno il cambiamento è già evidente: «Ho iniziato dal personale, rimasto a lungo senza formazione, senza incentivi, allo stato brado. Lo sto riqualificando per cambiare da dentro la macchina amministrativa».

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Questioni urgenti, ambiente e territorio

Il suo incarico l'ha posta subito di fronte a questioni urgenti. Non solo il dissesto finanziario: bisognava subito intervenire contro l'erosione della costa dove il lungomare è stato risucchiato dalle onde. La montagna  è stata disboscata con il  taglio abusivo di 2.600 piante di alto fusto, violata da  due chilometri e mezzo di piste e stradelle aperte senza autorizzazione. Rubate anche un centinaio di piante su un terreno  di proprietà del Comune. Immediate le denunce.

E poi la questione del depuratore, «una bomba ecologica», che oggi  funziona grazie a interventi straordinari di riefficientamento («saranno ultimati entro il 20 giugno»), ma resta  da risolvere  il problema delle quote mai versate dai comuni vicini che partecipano attualmente al consorzio, Amantea e Belmonte Calabro (la marina).  Pur non avendo risorse per indire una gara, il Comune ha avviato la racconta differenziata dei rifiuti «anche se in modo artigianale, utilizzando i lavoratori socialmente utili, in attesa del bando regionale». E grazie al suo sentimento ambientalista,  un indecente ecomostro sulla spiaggia, a nord  del lungomare San Francesco, è sparito  sotto i colpi delle ruspe in una mattinata di fine estate. Fernanda Gigliotti, dopo aver restituito la spiaggia ai noceresi progetta ora l'istituzione di  un parco naturale.  

Calabresitudine

E poi ci sono le attività culturali, non solo quelle ufficiali come la riapertura della biblioteca, che è comunque un vanto, ma anche le iniziative che la coinvolgono come donna: i festival e i caffè letterari attraverso i quali comunica la sua visione del mondo, della politica, della Calabria. Un mix di musica, canzoni e poesia per raccontare, ad esempio, la forza delle donne kurde o l'infanzia negata ai bambini siriani (La notte di Aleppo). O il coraggio delle donne, con cui a Lamezia è salita sul palco dell'ultimo Trame Festival, parlando di antimafia e legalità. Il prossimo progetto è dedicato alla "calabresitudine": «Attingerò ai grandi poeti della nostra terra, Felice Mastroianni, Franco Costabile , Emilio Arginoffi,  calabrese di adozione che ha donato opere, quadri e libri alla casa della cultura di Palmi.

La sindaca vegetariana

Un anno fa, dunque, la sindaca è ripartita da zero,  sempre dalla parte del territorio, del paesaggio e dei diritti civili. Rieducando i cittadini alle buone pratiche, «perché la politica, secondo me, non è solo difesa del consenso». Il divieto di sparare i fuochi d'artificio le è costato una crisi di giunta («Ci sono abituata, sono sistematiche, vanno e vengono). Ha spiegato alla sua gente che il Comune è un ente che eroga servizi e non posti di lavoro, che è necessario che tutti siano contribuenti in regola, che non è più possibile consumare altro suolo con nuovo cemento. Che gli allevamenti devono tener conto del benessere animale e che i maiali devono essere ammazzati senza crudeltà. Un tema sensibile per una come lei,  vegetariana   convinta.

«Vado in giro a spiegare che l'economia legale paga, che  un'amministrazione si rinnova a partire da cittadini  che  non chiedono favori. Dico ai giovani, viaggiate e tornate. Perché la Calabria è una terra bellissima che può offrire tante opportunità. Dobbiamo solo liberarci dei retaggi del passato, macigni, pregiudizi, lutti.  E realizzare qui i nostri sogni».

Le nozze di Marco e Riccardo, promessa mantenuta

Come hanno fatto Marco Marchese, originario di Fuscaldo,  e Riccardo Cristiano,  di Lamezia, che per 6 anni hanno vissuto felicemente a Nocera: oggi Fernanda Gigliotti celabra le loro nozze dopo un'unione di 18 anni. «Anche questo è un segno tangibile di cambiamento - sottolinea la sindaca - che la comunità è più avanti della politica e che le scelte e il coraggio dei singoli fanno la differenza».  A poche ore dalla cerimonia, è emozionata e commossa. «Sappiamo che affrontiamo un passo culturalmente difficile - ammette Marco -  ma il dibattito che ha preceduto la legge sulle unioni civili  e poi la sua approvazione ha radicalmente cambiato la sensibilità della gente. Abbiamo ricevuto migliaia di messaggi di auguri e di incoraggiamento. Forse anche qualche battuta omofoba, ma ormai non ce ne accorgiamo nemmeno. Alimentiamo la cultura del rispetto, non quella della tolleranza». «Andremo a vivere nel nostro chalet di Cleto - aggiunge Riccardo, direttore dell'ufficio postale di Decollatura (Marco è responsabile della qualità di una compagnia assicurativa)  - con la benedizione di tutti, anche quella di mio padre che una settimana fa ci ha detto, non rimpiango nulla, siete una famiglia, vi voglio bene» .

Due anni fa, durante la campagna elettorale, Fernanda Gigliotti aveva fatto una promessa a Marco e Riccardo: «Se divento sindaca, vi sposo io». Detto fatto.

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