Cosenza Vecchia, l'"itinerario guidato"
di Piero Carbone
La città in tasca nella guida del giornalista calabrese che accompagnai visitatori
in una passeggiata nel Centro Storico
20 Aprile 2020
di Mimmo Gimigliano
“Conosci Cosenza – Itinerario Guidato nella città storica” (edizione “Atlantide – Centro Studi Nazionale per le Arti e la Letteratura” di Rogliano): un quasi manuale per “scoprire una città nella città”.
L’autore, “motivato dall’amore e dal senso di appartenenza legati al luogo di nascita”, è Piero Carbone, giornalista pubblicista, corrispondente de “Il Quotidiano del Sud” e redattore de “La Voce del Savuto”.
È un libretto leggero, praticamente tascabile, una guida di Cosenza Vecchia dalla bella grafica. Ma non è proprio una guida, è un “itinerario guidato”: l’autore mette subito in chiaro che non si tratta di una guida completa, poiché è solo un itinerario (ma secondo me lo fa per sottolineare, già nel titolo, che la scelta di un percorso preciso è proprio il mezzo di cui vuole servirsi per illustrare Cosenza Vecchia).
È quindi una piacevole passeggiata (“che richiede più giorni”) nel gioiello di famiglia dei cosentini; più che guidata, accompagnata “tra vicoli, piazze, chiese e monumenti”.
Il compagno è lui, il libretto che vi aiuta a gustare l’opera più consapevolmente e vi fa prendere un “primo contatto” con la parte più bella di Cosenza attraverso le splendide immagini, illustrate ognuna da notizie snelle, argute e solleticanti.
Piero Carbone vuole offrire questa passeggiata allo studente e al turista, ma non solo: sa bene che anche il cittadino ignora quei vicoli, quelle piazze e quei monumenti, perché li ha dimenticati, perché ha perduto l’identità che quella ricchezza di storia, cultura, arte e leggende da sempre gli conferiva.
Oggi quello delle passeggiate si chiama “turismo lento”, e si alimenta di borghi. I puristi (enfatizzando un po’, ammettiamolo) distinguono tra centri storici e borghi, tra quartieri cittadini e centri abitati a sé stanti, ma Cosenza Vecchia è ambedue le cose: è un quartiere di Cosenza (“una città nella città”), ed è pure distinto, un pezzo antico che la città moderna ha rimosso e allontanato facendolo diventare borgo.
Se avete letto la guida, avete visitato un borgo. Ma, dicevamo, Cosenza Vecchia è pure città.
E allora, se vi fate “accompagnare” dalla guida nella passeggiata e poi la rileggete con attenzione, ricordando i luoghi che avete visitato e i cammini che avete percorso, vi accorgete di quella che secondo me è la cosa più piacevole dell’offerta di Piero Carbone: con quell’itinerario egli vi ha fatto “leggere la città” che avete visitato.
Sarebbe troppo lungo esporne gli elementi tecnici.
Ma fidatevi: la guida, in maniera coordinata e conseguenziale, in modalità “passeggiata”, vi ha fatto leggere le articolazioni del tessuto urbano della Cosenza medievale, nella quale i tipi edilizi, rappresentativi delle abitudini di vita, si connettevano con l’organizzazione associativa (in verità le Cosenze sarebbero tre, ma quelle bruzia e romana sono stratificate al di sotto di quella medievale).
Anche le articolazioni del tessuto urbano in cui avete passeggiato sono tre: quella popolare rivierasca, segnata dai ponti e dagli argini, per lo più con tipologie edilizie povere a piccoli moduli (Piazza Valdesi, Lungo Crati, Arenella - Massa); quella nobile - direzionale di pendice, con moduli molto più ampi, palazzi e particolari architettonici, a indicare un diverso patrimonio culturale e sociale (Corso Telesio, in parte Santa Lucia, Via Gaetano Argento, Colle Triglio); infine quella che potremmo dire “militare”, legata come forse è all’antica cinta muraria, con tipologie a case – bottega a più piani (dal Duomo fino al Crati e allo Spirito Santo).
Sono tre anche i modelli di “polo di sviluppo” del sistema aggregativo che avete visitato (il ricorso di queste “terne” nell’impianto urbano di Cosenza credo sia casuale): poli di fondovalle (Piazza Valdesi, Arenella, Spirito Santo); di mezza costa (Piazza Piccola, il Duomo); di crinale (Piazza XV Marzo, Archi di Ciaccio, Colle Triglio - Paparelle).
E sempre tre, secondo i vertici di un triangolo, i conventi strategici uno in vista dell’altro che avete conosciuto: S. Francesco d’Assisi, S. Francesco di Paola e S. Domenico.
In altre parole, avete viaggiato nell’anima, nella storia e nell’organizzazione di Cosenza. Il tutto, “solo” con un itinerario.