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RIAPRE IL PARCO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI SIBARI. LA STORIA CONTINUA

Nel 1881, quando il Grand Tour attraverso i territori della Magna Græcia era ancora considerato il viaggio “della vita” per gli intellettuali di tutta Europa, l’archeologo francese Francois Lenormant restituì ai posteri le emozioni suscitate dalla sua visita alla Piana di Sibari: «Non credo che esista in nessuna parte del mondo qualcosa di più bello della pianura ove fu Sibari. Vi è riunita ogni bellezza in una volta: la ridente verzura dei dintorni di Napoli, la vastità dei più maestosi paesaggi alpestri, il sole ed il mare della Grecia».

L'11 febbraio il Parco archeologico nazionale di Sibari, uno dei più importanti dell’Italia meridionale e tra i più vasti in Europa, con un’estensione di circa 500 ettari,  riapre al pubblico dopo l’alluvione del 18 gennaio 2013. Un evento drammatico causato dall’esondazione del Crati, che ha riversato sull’area oltre 250.000 metri cubi di acqua, fango e detriti. In poco meno di due anni il Segretariato regionale del MiBACT per la Calabria ha chiuso i lavori con un finanziamento di 18 milioni di euro. Gli interventi hanno consentito il recupero e la valorizzazione dell’area, migliorando la manutenzione degli scavi, il controllo sul sito archeologico e una maggiore protezione  da eventi alluvionali. La Storia continua.

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